Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare

U.O.S. CARDIOLOGIA DEI SERVIZI Teramo (dipendente dalla U.O.C. Cardiologia, Utic ed Emodinamica Teramo) (aggiornato 07.2023)

FF Dott. Donatello Fabiani

Ecocardiogramma con test alle microbolle - CARDIOLOGIA DEI SERVIZI Teramo

L’ecocardiogramma con microbolle ( Bubble test ) o eco-contrasto o “bubble test” é una metodica minimamente invasiva, basata sugli ultrasuoni.

 

Come si esegue il bubble test?

L’esame consiste nell’infondere da una vena superficiale del braccio una soluzione salina capace di formare piccole bolle che non hanno alcuna interferenza nell’organismo. Tali bolle sotto la spinta della circolazione venosa raggiungono il cuore e, se il setto interatriale presenta il PFO, è possibile osservare direttamente il passaggio dall’atrio destro all’atrio sinistro.

L’infermiera si occuperà di posizionare un accesso venoso mediante una agocanula dalla quale sarà poi iniettato un contrasto naturale, consistente in soluzione fisiologica

Quanto dura l’ ecocardiogramma con microbolle (bubble test)?

Il bubble test si esegue in genere in 20 minuti, non è un esame doloroso ne invasivo. Consiste in un semplice ecocardiogramma eseguito dopo somministrazione di soluzione fisiologica

Serve una preparazione particolare?

Il test delle microbolle è un’indagine di semplice esecuzione e non comporta effetti collaterali, non richiede alcuna preparazione e permette di ritornare alle proprie attività subito dopo l’esame.

 

Permette di individuare se, all’interno del cuore, esistono delle comunicazioni fra le sezioni destre e quelle sinistre.

Il caso più frequente e conosciuto é il PFO (Forame ovale pervio).

Il PFO è una sorta di “foro” nel setto interatriale, presente nel 25-30% della popolazione.
Prima della nascita – nel periodo fetale – tale foro favorisce il passaggio del sangue fra i due atri ed è quindi importante per distribuire ossigeno e sangue all’organismo.

Alla nascita però, ed entro il primo anno di vita del neonato, il setto interiatriale fisiologicamente dovrebbe chiudersi, perché nel frattempo si attivano i polmoni. Se questa chiusura non avviene si parla di “pervietà del forame ovale”.

In una piccolissima percentuale di casi ciò può essere causa di ischemia cerebrale e, talvolta, di cefalea.