Lo scenario nazionale
Negli ultimi anni le principali caratteristiche dello scenario nazionale in materia di stupefacenti hanno subito mutamenti radicali, che ci spingono a rileggere anche i fenomeni noti alla luce delle nuove informazioni disponibili. Da una parte si sono stabilizzati, e in taluni casi sono diminuiti, i consumi di alcune sostanze che avevamo visto diffondersi nello scorso decennio e grazie ai livelli di prevenzione e trattamento erogati si è riusciti a ridurre il contagio di malattie infettive e la mortalità correlata. Dall’altra, stiamo osservando l’ingresso sul mercato di un numero crescente di Nuove Sostanze Psicoattive, che per loro stessa natura hanno una vita sul mercato relativamente breve, sostituite in tempi rapidissimi da nuovi ritrovati.

La cannabis e i suoi derivati: sempre maggiore diffusione
L’analisi di tutte le fonti istituzionali evidenzia che, in termini di quantità, la cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato nazionale delle sostanze illecite. L’importazione di cannabis da molteplici Paesi di approvvigionamento e l’aumento della produzione interna costituiscono una notevole sfida per l’attività di contrasto.
La cannabis è la sostanza psicoattiva più diffusa sia tra la popolazione adulta che tra i giovanissimi. Circa un terzo della popolazione ne ha sperimentato gli effetti almeno una volta nel corso della propria vita, oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ne ha fatto uso nel 2016. Si osserva inoltre un aumento della disponibilità di prodotti derivati della cannabis, con un’alta variabilità di principio attivo. Le foglie dicannabis, possono avere un alto potere stupefacente assumendo un ruolo potenzialmente preoccupante in termini di salute pubblica. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico. Tuttavia l’utenza in carico ai servizi per cannabis rappresenta l’11% del totale dell’utenza trattata, ed i ricoveri ospedalieri da imputare a questa sostanza rappresentano il 12% di quelli droga correlati.

La Spice: una sostanza da monitorare
I cannabinoidi sintetici, conosciuti genericamente come “Spice”, rappresentano il più largo gruppo di sostanze monitorate in Europa dai sistemi di allerta nazionale. Questi prodotti, totalmente chimici, che si presentano come misture di erbe e che pur non contenendo cannabis ne riproducono gli effetti, rappresentano una nuova frontiera per il mercato delle sostanze illecite e sono facilmente reperibili sul web. La grande varietà di cannabinoidi sintetici e le differenti composizioni chimiche rendono queste sostanze molto pericolose e difficilmente identificabili: non appena uno di questi composti sta per essere messo al bando come sostanza illegale già è disponibile per il mercato un prodotto sostitutivo, con una composizione chimica leggermente modificata. Non si sa molto di come queste sostanze funzionino e dei loro effetti a livello di salute, ed il fatto che la SPICE sia diventata in pochissimi anni la seconda sostanza più diffusa fra gli studenti dopo la cannabis (l’11% ne ha fatto uso) rappresenta senza dubbio un dato da tenere in considerazione. Essenziale in questo senso è il ruolo del sistema di allerta, in grado di coordinare informazioni e segnalare in modo rapido la comparsa sul mercato dei nuovi ritrovati. Il commercio di queste sostanze attraverso circuiti alternativi rispetto a quelli tradizionali, è confermato anche dal fatto che sono pochi i quantitativi che le Forze di Polizia riescono ad intercettare.

Le NPS un fenomeno che corre sul web
Una sfida altrettanto impegnativa per le politiche nazionali consiste nell’individuare il modo di fornire una risposta efficace al mercato dinamico e in costante evoluzione di tutto il mondo delle sostanze psicoattive che imitano gli effetti delle sostanze illegali: le cosiddette NPS – New Psychoactive Substances (che comprendono ad esempio catinoni sintetici, quali il mefredone, ketamine, fenetilamine e oppiacei sintetici). Sono infatti disponibili informazioni molto limitate sui loro consumi. Un dato, seppur preliminare dell’indagine IPSAD®, rilevato per la prima volta nel 2017, descrive la diffusione delle NPS nella popolazione generale. Dietro alla loro larga diffusione, un ruolo molto importante è giocato dal l’uso di internet. Nel complesso in Europa, così come nel nostro Paese, le NPS risultano più diffuse di altre sostanze più comuni come amfetamine, ecstasy, cocaina o LSD, per le quali si rilevano percentuali di consumo più basse. La difficoltà di individuare questi tipi di nuove sostanze è confermata dai quantitativi di sostanze sequestrate, che nel 2016 rappresentano lo 0,1% del totale. Si evidenzia dunque la necessità di approfondire e sviluppare il monitoraggio delle nuove droghe che vengono quotidianamente immesse sul mercato.

Il trattamento
L’Italia si è per lungo tempo contraddistinta in Europa per il suo sistema di trattamento delle tossicodipendenze: il consolidato e capillare sistema di SerD e la sinergia con la rete dei servizi del Privato Sociale Accreditato, nonostante significative differenze interregionali, hanno permesso di fare grandi progressi nel trattamento delle dipendenze da eroina e cocaina. Sono infatti diminuiti i decessi drogacorrelati, sia per intossicazione acuta che quelli con causa iniziale droga correlata. Significativi progressi sono stati osservati anche per quanto riguarda i danni correlati al consumo di droghe: negli ultimi anni si è infatti assistito ad una diminuzione del numero di casi di epatite virale acuta soprattutto di epatite B e C, e contestualmente sono diminuiti i nuovi casi di HIV e AIDS tra gli utilizzatori per via iniettiva di sostanze psicotrope.
Questo quadro riguarda tuttavia l’ambito delle cosiddette “droghe tradizionali”. Nonostante la diffusione di nuove sostanze e l’incremento nei consumi, osservato anche fra i giovanissimi, la maggior parte dell’utenza presa in carico per trattamento da parte dei Servizi per le Dipendenze è in cura per uso di eroina ed ha un’età media di 39 anni.
Sappiamo tuttavia che, soprattutto tra le fasce di popolazione più giovani, una percentuale crescente di soggetti fa uso di droghe sintetiche e in generale di quelle che vengono definite “nuove droghe”. Spesso, i giovani che ne fanno uso sembrano non interessarsi troppo a conoscere ciò che stanno consumando né le relative conseguenze, mettendo in atto quindi comportamenti estremamente rischiosi per la salute. L’insieme di queste informazioni, se incrociate con quelle riguardanti offerta e domanda, sembra dunque indicarci come il fenomeno droghe stia assumendo rapidamente nuovi profili, e come l’attuale sistema di interventi riesca solo in parte a farvi fronte. In quest’ottica, sembra dunque rendersi necessario lo sviluppo e l’affiancamento di strumenti di analisi e intervento dinamici, in grado tener conto e adattarsi alla rapida evoluzione dei vari aspetti.

Fonte “Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenzein Italia 2017”

Scarica qui la Relazione completa

Donne e droga
Tra le più interessanti evoluzioni caratterizzanti il mondo delle sostanze psicoattive illegali, un posto di particolare rilievo è occupato dal ruolo crescente delle donne in termini di consumi. Nonostante il genere femminile sia caratterizzato da una percezione dei rischi correlati all’uso di sostanze più alta rispetto al genere maschile, è aumentata sia la percentuale di studentesse delle scuole secondarie superiori che ha sperimentato almeno una sostanza psicoattiva illegale (30%), sia la percentuale di quelle che hanno sperimentato Nuove Sostanze Psicoattive (3%). A conferma di questa tendenza, si osserva anche un incremento del numero di ragazze che ha un consumo di sostanze definibile “ad alto rischio”, come la poliassunzione o l’uso quotidiano.
In ambito di richiesta di aiuto e trattamento, la gran parte delle utenti risulta essere in carico presso i Servizi per le Dipendenze per uso di oppiacei. E’ inoltre da rilevare come sembri emergere una tendenza delle donne a chiedere aiuto in età sempre più avanzata, con le complicazioni cliniche che ne possono derivare. In questo senso, pur a fronte di una positiva diminuzione complessiva dei decessi droga-correlati, è preoccupante notare l’aumento dei nuovi i casi di HIV registrato fra le donne.
L’impressione generale è dunque che complessivamente il mondo “donne e droga”, pur caratterizzato da livelli di consumi, denunce, arresti e richieste di trattamento molto inferiori rispetto a quello degli uomini, assuma in alcuni ambiti caratteristiche molto preoccupanti.

Definizione del problema
Le donne rappresentano circa un quarto dei soggetti con gravi problemi di droga e circa un quinto di tutti gli individui che si sottopongono al trattamento della tossicodipendenza in Europa. Hanno una probabilità particolarmente alta di:

  • subire stigmatizzazione e difficoltà economiche, ricevere meno supporto da parte della società;
  • provenire da famiglie con problemi di consumo di sostanze stupefacenti e avere un partner che fa uso di droga;
  • avere figli che possono svolgere un ruolo centrale nel loro consumo di sostanze stupefacenti e nel recupero;
  • avere subito violenze sessuali e fisiche o abusi, con disturbi mentali concomitanti.

Le donne con problemi di droga sono ascrivibili a varie sottocategorie, con esigenze speciali, che spesso si sovrappongono, includendo donne in stato in gravidanza e con responsabilità genitoriali, donne che lavorano nell’industria del sesso, spesso vittime di violenza e stigmatizzazione, donne provenienti da minoranze etniche, che possono essere state vittime della tratta, e detenute.

Strategie di intervento
I tipi di risposte necessarie per questa categoria comprendono:

  • servizi specifici per le donne, che possono essere offerti nel contesto di programmi rivolti solo alle donne o a entrambi i sessi. Devono essere accoglienti, senza pregiudizi, solidali e sicuri dal punto di vista fisico ed emotivo, per poter affrontare la stigmatizzazione e il trauma. Dovrebbero promuovere legami sani con i figli, i familiari e i partner;
  • collaborazione con i servizi di trattamento della tossicodipendenza e della salute mentale al fine di affrontare il consumo concomitante di altre sostanze e le esigenze di salute mentale;
  • servizi rivolti alle donne in stato in gravidanza e con responsabilità genitoriali che devono affrontare il consumo di sostanze stupefacenti, fornire assistenza ostetrica e ginecologica, malattie infettive, salute mentale e benessere personale, nonché l’assistenza all’infanzia e sostegno alle famiglie;
  • misure intese al superamento delle barriere all’assistenza per le donne che operano nella prostituzione, quali l’apertura serale, i servizi di strada mobili e il sostegno a libero accesso;
  • sensibilità per gli aspetti etnici e culturali e possibilità di usufruire del servizio di interpretariato qualora si lavori con donne appartenenti a minoranze etniche.

Fonte “Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze”

Le droghe non hanno età
Si tende erroneamente a ritenere che l’abuso di sostanze stupefacenti sia un problema che interessa solo i giovani. Non è così, come mostra il “Focus sulle droghe” dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze intitolato “Abuso di sostanze tra gli adulti più anziani: un problema trascurato” (pdf 188 kb). Il documento mostra come la diffusione di droghe, alcol, uso di farmaci, sia in aumento nelle fasce di età più avanzate. Secondo le previsioni, il numero di anziani con problemi legati all’abuso di sostanze aumenterà più del doppio tra il 2001 e il 2020. In Europa, tra il 2002 e il 2005, la percentuale di pazienti con età uguale o superiore ai 40 anni che sono stati curati per problemi legati all’uso di oppiacei, è più che raddoppiata, passando dall’8,6 al 17,6%.

Identikit del consumatore anziano
Gli adulti più anziani che fanno uso di sostanze possono essere classificati in due categorie: le persone che hanno iniziato a consumare sostanze da giovani (precoci) oppure in età più avanzata (tardive). Chi ha iniziato precocemente di solito ha fatto uso di sostanze stupefacenti per molto tempo fino a tarda età. Chi le consuma in età avanzata, invece, generalmente inizia a causa di eventi di vita stressanti, tra cui il pensionamento, i problemi di salute legati all’invecchiamento, la separazione dal coniuge, l’isolamento sociale o un lutto. Gli adulti più anziani che fanno uso di droghe illegali sono in gran parte consumatori precoci.

Farmaci, alcol e droghe
Le persone oltre i 65 anni di età usano circa un terzo di tutti i farmaci prescritti, tra cui spesso si annoverano le benzodiazepine e gli analgesici oppioidi. Le donne anziane hanno un rischio maggiore di incorrere nell’uso irregolare di farmaci e abusare di sostanze psicoattive.
I problemi di alcol sono diffusi tra gli adulti più anziani e possono coesistere con problemi legati al consumo di droghe illecite. Le statistiche indicano che, negli Stati Uniti, fino al 10% degli anziani ha problemi più o meno gravi di alcolismo. In Europa, il 27% delle persone di 55 anni di età e oltre riferisce di consumare alcol quotidianamente.

I rischi per la salute
Gli anziani corrono rischi maggiori rispetto ai giovani: metabolizzano le droghe più lentamente e subiscono maggiormente gli effetti dannosi dell’alcol. Anche l’uso combinato di alcol e medicinali è pericoloso. I farmaci da banco o su prescrizione possono interagire con l’alcol, causando effetti sedativi eccessivi e un più alto rischio di incidenti e danni. Con l’avanzare dell’età, molti consumatori cronici di droghe potrebbero sviluppare malattie gravi e far ricorso a sostanze psicoattive per far fronte ai loro problemi. Secondo il rapporto dell’Osservatorio è necessario sviluppare nuove strategie di intervento e assistenza sanitaria per rispondere alle nuove problematiche dei cittadini più anziani.

Fonte “Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze”

Ludopatie: di cosa si tratta
A partire dagli anni ’90 in Italia si è assistito ad un incremento esponenziale delle offerte di gioco e di luoghi del gioco e l’avvento di internet, per le sue prerogative e facilità di accesso, ha soddisfatto le esigenze di giocatori che con i canali tradizionali si vedevano negato l’accesso al gioco (es. minori che giocano on line perché non possono per legge accedere ai luoghi di gioco).
La pratica del gioco d’azzardo può evolvere nello sviluppo di forme di vera e propria dipendenza che spiega la definizione “disturbo da gioco d’azzardo”.

Il gioco d’azzardo si contraddistingue grazie a condizioni ben definite:

viene scommesso o puntato del denaro o altri valori
la puntata non può essere ritirata
l’esito della partita è deciso prevalentemente o esclusivamente dal caso (gioco di fortuna).

Ad oggi non si dispone in Italia di una rilevazione sistematica sull’abitudine degli italiani al gioco d’azzardo, né nella sua accezione sociale né in quella patologica. Esistono solo alcuni studi epidemiologici a livello nazionale che tentano di quantificare il fenomeno, sebbene le metodologie utilizzate non consentano di ottenere risultati statisticamente significativi.

Chi è il giocatore d’azzardo
Tra i giocatori d’azzardo patologico è possibile individuare categorie cosiddette “vulnerabili” tra cui i giovani, gli anziani che sempre più spesso soffrono la carenza di relazioni sociali, e coloro che si avvicinano al gioco perché necessitano di denaro subendo il fascino della “vincita” che potrebbe cambiare la loro vita.
Rispetto alla dipendenza da sostanze come tabacco o alcol, che provocano alterazioni psicotrope, nel caso del gioco si tratta di una dipendenza da comportamento attivata per es. dall’eccitazione della vincita. Il gioco può avere anche un effetto sedativo (dimenticare i problemi quotidiani) oppure supplire ad una carenza nella socializzazione (il giocatore patologico non è emarginato come il tossicodipendente, anzi è accettato nel contesto sociale).

Possiamo pensare a tre categorie di giocatori: il giocatore condizionato dal comportamento che è quindi assuefatto; i soggetti vulnerabili sul piano emotivo, che hanno la tendenza ad assumere rischi e non sopportano la noia; infine chi oltre alle precedenti caratteristiche associa anche comportamenti alterati con un’estrema tendenza all’impulsività. I giocatori d’azzardo patologici possono essere più a rischio per attività come furti e frodi fiscali essendo alla ricerca costante di denaro per giocare In molti casi inoltre presentano comorbilità, cioè chi gioca d’azzardo è anche soggetto alla dipendenza da fumo o alcol.

Le Terapie
La terapia cognitivo-comportamentale, le terapie in gruppo e i gruppi di auto-mutuo-aiuto sembrano tra i trattamenti di maggiore successo per il disturbo da gioco d’azzardo.
Il disturbo da gioco d’azzardo è descritto dal DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) come uno stato che compromette sia la salute psico-fisica del giocatore sia la sfera lavorativa e relazionale dell’individuo, a causa dei problemi economici e legali conseguenti. E’ stato riclassificato tra i “Disturbi Correlati alle Sostanze e Dipendenze” per le sue similarità con i disturbi propri delle dipendenze da alcol e le altre sostanze d’abuso e, in particolare, è stato posto nella sottocategoria “Disturbo non correlato all’uso di sostanze”. La denominazione viene modificata dal DSM-5 da Gioco d’Azzardo Patologico a Disturbo da Gioco d’Azzardo.

(fonte: Istituto Superiore Santità http://old.iss.it/ogap/index.php?lang=1&anno=2019&tipo=28)

  1. Siete perseguitati dai creditori?
  2. La persona in questione è spesso via da casa per lunghi e inspiegabili periodi di tempo?
  3. Questa persona si è mai assentata dal lavoro per il gioco?
  4. Sentite di non potervi fidare di lei o di lui per questioni di denaro?
  5. Egli o ella promette spesso ed invano di smettere di giocare: prega e implora per avere un’altra possibilità, poi gioca e gioca ancora?
  6. Questa persona gioca più di quanto intende, fino all’ultimo centesimo?
  7. Questa persona ricomincia immediatamente a giocare per recuperare le perdite o per vincere di più?
  8. Questa persona gioca per procurarsi dei soldi per risolvere difficoltà finanziarie o per avere irreali aspettative che il gioco porterà la famiglia ad un benessere materiale e alla ricchezza?
  9. Questa persona prende soldi in prestito per giocare e per pagare i debiti?
  10. La reputazione di questa persona ha mai sofferto a causa del gioco d’azzardo a tal punto da commettere atti illegali?
  11. Siete arrivati al punto di nascondere il denaro di cui avete bisogno per vivere, sapendo che se non lo faceste voi e la vostra famiglia potreste rimanere senza il necessario per vivere?
  12. Cerchi nei vestiti di questa persona o guardi il suo portafoglio quando si presenta l’occasione, o in altre circostanze controlli le sue attività?
  13. La persona in questione nasconde i suoi soldi?
  14. Hai notato un cambiamento di personalità del giocatore?
  15. Questa persona mente per nascondere le sue attività di gioco?
  16. Questa persona usa l’induzione di colpa come modo per scaricare le responsabilità del suo gioco su di te?
  17. Provi a controllare la vita di questa persona?
  18. Questa persona soffre mai per il rimorso o la depressione a causa del gioco?
  19. Il gioco del tuo familiare ti ha messo mai nelle condizioni di una rottura dell’unità familiare?
  20. Senti che la vostra vita insieme è diventata un incubo?

Se stai vivendo con un giocatore compulsivo risponderai “sì” ad almeno SEI delle domande.

(fonte http://www.gamanonitalia.org/20domande.html)

Tuo figlio potrebbe essere un giocatore d’azzardo compulsivo?
Genitori (ed insegnanti) elencano droghe, alcolici, bullismo, sesso e voti scolastici tra le preoccupazioni per i loro ragazzi.
La lista è incompleta se non include il gioco d’azzardo compulsivo. Tuo figlio potrebbe avere problema di gioco d’azzardo, o trovarsi agli inizi del problema? Sappiamo che molti ragazzi sono introdotti al gioco d’azzardo in età molto giovane, spesso in modo innocente, poiché gli adulti non hanno consapevolezza delle potenziali conseguenze nelle loro vite. Il gioco d’azzardo può far parte della vita sociale dei genitori, delle vacanze, o forse giocano d’azzardo in attività sportive, giocano a poker, comprano biglietti di lotterie, o ”gratta e vinci”, o frequentano ippodromi e casinò, o giocano d’azzardo in internet. I ragazzi ricevono il messaggio che il gioco d’azzardo è un grande divertimento e, se sei fortunato e bravo, si possono fare un sacco di soldi con il gioco d’azzardo. Anche se non trovano nessuna di queste attività in famiglia, i nostri ragazzi ricevono questo messaggio attraverso molti mezzi di comunicazione. Pur apparentemente inoffensivi, i giochi via internet introducono i ragazzi all’esperienze ”divertenti”, ”stimolanti” e ”vincenti” del gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo è facilmente accessibile dai computer, dai tablet e dai telefoni cellulari, apparati con cui molti adulti non hanno neanche familiarità di utilizzo. Molti ragazzi possono non essere toccati da tutto questo.
È molto difficile capire in anticipo quali possono esserne colpiti. Quando si oltrepassa il limite invisibile dal gioco d’azzardo sociale, al problema, o alla dipendenza (compulsiva) dal gioco d’azzardo, è un passaggio che trasforma la vita del giocatore e dei suoi cari. Il gioco d’azzardo compulsivo non riguarda solo il denaro vinto, o perso, ma anche i drastici cambiamenti nel comportamento e nella vita di ogni giorno, che diventa sempre più ingestibile.
Il gioco d’azzardo compulsivo può iniziare a qualsiasi età. Molti uominie donne, hanno iniziato a giocare fin da piccoli.

Quali sono i segnali che il vostro ragazzo può avere un problema di gioco d’azzardo?

    • 1. Il vostro ragazzo trascorre più tempo al computer, o dispositivi mobili, o a dormire, anziché fare i compiti, o le normali faccende di casa?
    • 2. Hai notato cambiamenti di personalità nel tuo ragazzo, inclusi frequenti sbalzi d’umore?
    • 3. Sei inquieto per le amicizie di tuo figlio e le loro attività insieme?
    • 4. Il tuo ragazzo ha perso interesse per attività che prima gli piacevano?
    • 5. Sono peggiorati i voti scolastici del tuo ragazzo?
    • 6. Sta perdendo giorni di scuola, o lezioni?
    • 7. Tuo figlio lavora, ma sembra che non abbia mai denaro e non compra mai nulla?
    • 8. Hai perso del denaro, o hai pensato di aver perso, o malriposto oggetti in casa?
    • 9. Il tuo ragazzo trascorre molto tempo a guardare ed ascoltare attività sportive, oppure a giocare a carte?
    • 10. Ha delle reazioni spropositate durante eventi sportivi, o quando una squadra sta perdendo?
    • 11. Il tuo ragazzo preferisce giocare al computer, anzichè partecipare ad attività di famiglia, o con gli amici?
    • 12. Sembra essere arrabbiato, senza motivo?
    • 13. Promette che non giocherà mai più di nuovo, e poi gioca ancora?
    • 14. Mente su dov’è stato e chi altro c’era?
    • 15. Mente su altre cose?
    • 16. È diventato riservato, o misterioso?

    (fonte http://www.gamanonitalia.org)

Gioco d’azzardo: “800 55 88 22”, il  numero verde nazionale

Chiamando l’800 55 88 22, il numero verde dedicato a chi ha problemi legati al gioco d’azzardo (TVNGA), è possibile mettersi in contatto con professionisti del settore e chiedere il loro aiuto.

Il TVNGA si rivolge ai cittadini dando informazioni su tutte le risorse territoriali eventualmente presenti e dedicate, quali i servizi sanitari deputati al trattamento del disturbo da gioco d’azzardo, i servizi in grado di gestire le problematiche socio-economiche e/o legali legate all’indebitamento, nonché i Numeri Verdi Regionali dedicati alla tematica.

La linea è aperta anche per gli operatori socio-sanitari con l’intento di agevolare lo sviluppo di un network tra i servizi che si occupano del trattamento del disturbo da gioco d’azzardo e di favorire la loro visibilità grazie anche all’utilizzo della piattaforma sviluppata da ISS e a loro dedicata che consente il censimento e l’aggiornamento continuo delle informazioni relative alle attività svolte e alle prestazioni erogate.

Infine, il TVNGA è a disposizione anche degli operatori di gioco che troveranno un sostegno adeguato per affrontare situazioni di particolare problematicità socio-sanitaria.